Banca Popolare di Vicenza: La Verità



La pubblicazione sull’inserto del Sole24Ore – Plus24 – di sabato 13 giugno u.s. delle sconsolanti mail inviate da alcuni capi area e/o direttori regionali ai propri gestori e preposti, vincola la Banca (anche per effetto del Codice Etico di cui autonomamente si è dotata) a procedere nei confronti di questi signori, in quanto con esse hanno esplicitamente spinto a violare la normativa aziendale e diverse norme di legge.
A. Manuale Soci – art. 3 Consulenza in materia di investimenti – pag 4, che dichiara : “In nessun caso gli addetti della Banca possono promuovere di propria iniziativa l’investimento in Azioni BPVI (in tal senso costituirebbe ad esempio una forma indiretta di “sollecitazione” il comportamento dell’operatore che comunichi al cliente o potenziale cliente che l’erogazione di un beneficio a suo favore – es. concessione di un finanziamento, di un fido, di una carta di pagamento – potrà avvenire solo a condizione che questi proceda all’acquisto di azioni della banca)”;
B. Testo Unico Finanza – Consob, artt. 21 e 23 che dettano le norme di comportamento riguardo la prestazione di servizi e attività di investimento;
C. Normativa MIFID, con attribuzione di budget “individuali” e forzando arbitraggi di fondi e altri prodotti, non per rispondere alle effettive necessità della clientela, ma per “mere”esigenze di bilancio (“…Si richiede la puntuale e scrupolosa applicazione della direttiva in oggetto in quanto riveste carattere strategico per il raggiungimento del mint richiesto…”) o di sistema “premiante” personalizzato.
D. Trasparenza Bancaria, ordinando di soprassedere alle richieste di chiusura conti correnti eludendo così le clausole contrattuali che fissano i tempi massimi per la chiusura dei rapporti.
Una domanda ci sorge spontanea, ma la Direzione Generale, la Direzione Risorse, la Direzione Commerciale, la Direzione Audit e Compliance dov’erano?

Non cerchiamo capri espiatori!! Questi “Hansel & Gretel” sono stati solo più incauti di altri, che semplicemente si sono ben guardati dal lasciare tracce, sollecitando gli stessi obiettivi con strumenti diversi. La pubblicazione delle mail è servita a scoprire un fenomeno di ben più vaste dimensioni, che come sindacato abbiamo ripetutamente denunciato, ricevendo troppo spesso sdegnose smentite da parte della Direzione e minacce di ritorsioni anche personali.
Non siamo interessati a “punizioni esemplari”, ma a nome di tutti i dipendenti chiediamo che tutti i responsabili vengano messi nelle condizioni di non arrecare più danno, smettendo di occupare i ruoli per i quali hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza. A Verona in occasione di una recentissima riunione commerciale (e non ci riferiamo al capo area) ne abbiamo avuto un luminoso esempio, condito anche di superbia, arroganza e ipocrisia.
Risulta ora più chiaro che le forti pressioni commerciali, le politiche di remunerazione volte a premiare solo i soliti noti a discapito della dedizione, professionalità e senso di appartenenza profusi dai dipendenti del Gruppo, l’irrogazione di provvedimenti disciplinari “mirati”, unitamente all’eliminazione dal CIA delle tutele sui trasferimenti hanno rappresentato un vero e proprio “sistema vessatorio” concepito per superare le resistenze di chi lavorava in rete e “forzare” la vendita di prodotti.
Siamo una Banca “ibernata”, che non riesce a reagire, un pugile suonato che sembra non riuscire a tornare sulle gambe. Stiamo drammaticamente perdendo tempo e masse ogni giorno, con il morale dei colleghi azzerato.
Si avverte la necessità di un radicale cambiamento, di un vero cambio di marcia, proprio a partire dal modo di far Banca per riconquistare la fiducia dei dipendenti, dei risparmiatori e dei soci, investendo sempre di più sulla professionalità che ci permetta di ben seminare per ben raccogliere.
Una buona partenza per ricostruire tale clima di fiducia potrebbe essere una moratoria sulle pressioni commerciali accompagnata da una definizione comune degli strumenti gestionali e di pianificazione davvero necessari, con la contestuale eliminazione di tutta quella inutile reportistica oggi diffusa in rete, spesso inventata da capi e capetti vari.
Chiediamo dunque al “nuovo” gruppo dirigente di valutare se chi porta la responsabilità di aver concepito, gestito e/o protetto tale sistema, sia legittimato come agente contrattuale per gestire le ristrutturazioni che verranno.
Per ripartire bisogna fare chiarezza e pulizia ed investire su quell’insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità e di rispetto delle regole che costituiscono il “capitale sociale” ora fortemente in discussione in termini di “costi umani”.
BASTA ARROGANZA, SI ALLA MERITOCRAZIA!!!!
Organo di Coordinamento Gruppo BPVi FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL

ALLEGATO
Comunicato unitario