Banca Popolare di Vicenza: ‘The Truman show’



Questa mattina abbiamo incontrato la Delegazione Aziendale che ci ha riferito in merito alla chiusura del 1° lotto delle previste 75 filiali. Secondo la Controparte tutto procede regolarmente anche sul piano operativo senza intoppi e/o disagi per i colleghi (!?!) e soprattutto senza alcuna ricaduta sul personale anche in termini di mobilità.

Ecco l’informativa presentata:

U.O. di destinazione
nella filiale aggregante della filiale in chiusura: 46
in altra filiale aggregante: 9
in altra filiale: 32
in altra struttura (Area, Crediti, Estero, Sede Centrale): 2
in SH: 1

Mobilità territoriale: impatto residenza-sede lavoro
meno di 20 km: 74
piu di 20 km, ma con distanza uguale o migliorativa: 8
collocati oltre i 20 Km: 7
SH: 1

Mobilità professionale
stesso ruolo (gestore clienti): 85
altro ruolo con sviluppo professionale: 4
SH: 1

Ci dispiace rovinare questo bel quadretto ma i colleghi coinvolti ci riferiscono una quotidianità non priva di difficoltà. Quindi – visto che ci sono stati richiesti solo ora alcuni suggerimenti – riportiamo a titolo di esempio situazioni da non ripetere:

=> Migrazione/chiusura filiale con sportello aperto al pubblico con rischi concreti per la sicurezza (Safety e Security) oltre che di immagine. Assenza del servizio di vigilanza nelle filiali in chiusura.

=> Colleghi riassegnati ad una filiale per esigenze puramente logistiche (presenza di postazione di lavoro) e non a fronte di esigenze commerciali/professionali, come sarebbe opportuno.

=> Filiali “aggreganti” che vedono aumentare la clientela e non l’organico perché non si è provveduto per tempo alla costituzione di nuove postazioni di lavoro – a volte – addirittura per motivazioni estetiche.

=> “Curiose” richieste di riduzione di part-time in relazione alle difficoltà di far quadrare le filiali. Allora non abbiamo esuberi ?!? E domani di cosa parliamo? E’ solo un problema gestionale?

=> Mancanza di supporto dedicato per la gestione della clientela e l’operatività nella fase di migrazione.

Constatiamo ancora una volta la mancanza di una visione complessiva che costringe i colleghi ad improvvisare ed a tamponare le costanti emergenze, così come constatiamo lo “scollamento” tra quanto ci viene rappresentato dalla Delegazione Aziendale ed il contesto drammatico che tutti conosciamo!

Che senso ha discutere oggi di queste problematiche alla vigilia di un piano industriale che stravolgerà il mondo virtuale che ci è stato rappresentato?

Organo di Coordinamento Gruppo BPVi
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UNISIN

ALLEGATO
Comunicato unitario