Direttivo Fisac Vicenza 3 dicembre 2015: Intervento sul settore Assicurativo



Intervento al Direttivo Fisac Vicenza di Diego Storti (Alleanza Ass.ni)

Alleanza Assicurazioni è azienda del Gruppo Generali, realtà che vive un periodo di notevoli cambiamenti, iniziati con l’avvento alla guida del Gruppo dell’amministratore delegato Mario Greco.

Il profitto e il ritorno all’attrattività del titolo Generali in Borsa, sceso dai 34 euro per azione del 2007 agli 8 euro del 2012: questo l’incarico ricevuto da Greco tre anni fa.

Ciò si è tradotto in due fondamentali linee d’azione:

– Taglio degli asset di investimento e delle aziende di gruppo giudicati inefficienti
– Razionalizzazione delle strutture di gruppo e dell’operatività interna con focus sulle situazioni di scarsa redditività

Sul primo fronte abbiamo assistito alla chiusura di realtà di importante qualificazione professionale come Simgenia Sim SpA, società del gruppo generali coordinante l’attività dei promotori finanziari del gruppo: solo i primi 30 PF italiani per fatturato hanno potuto proseguire l’esperienza di promozione finanziaria, spostandosi in Banca Generali lasciando così le aziende assicurative in cui erano dipendenti.

Sul piano invece della riorganizzazione interna ed efficientamento delle strutture aziendali, alcuni marchi storici come Toro e Ina Assitalia hanno perduto la propria autonomia gestionale e di prodotto, confluendo dal 01/01/2014 in Generali Italia S.p.A.

In questo contesto rimangono autonome all’interno del Gruppo: Banca Generali, Alleanza Assicurazioni, Europe Assistance e Genertel, aziende attualmente escluse dal riconoscimento di quell’importante cornice di tutele costituita dal CCNL di categoria ANIA, che a noi produttori di Alleanza è sempre stata negata.

Il contratto ANIA si applica nella nostra azienda solo a funzionari, agli Agenti Genarali da una certa anzianità in poi, amministrativi da una certa classe in poi è a quelli di nove grandi città , anche se bisogna riconoscere che l’importante lavoro fatto dal sindacato negli anni ha portato ad una sostanziale equiparazione stipendiale tra i contratti di amministrativi e produttori.

Alleanza non è azienda in appalto ma in economia, per cui gli Agenti Generali sono dipendenti come parte della rete commerciale e si applica quindi la tutela del’ART.18.

Ciononostante c’è il timore che questa reiterata esclusione dal CCNL DI CATEGORIA possa comportare problemi sul piano occupazionale.
Il miglioramento del rapporto costo / beneficio dell’azienda sta passando attraverso una crescente pressione sul fatturato dei produttori, con obiettivi commerciali sempre più elevati da raggiungere, accompagnata dal chiaro intento di tagliare le uscite (di cui i dipendenti costituiscono l’aspetto più rilevante) con lo scopo forse di vendere l’azienda ad altro Gruppo (se ne parlava già due anni or sono) con tutte le preoccupazioni che ne derivano. Il passaggio all’appalto potrebbe forse anche significare il passaggio alla PARTITA IVA.

Sono anche cominciate ad arrivare le prime lettere di monito ai produttori, con cui il responsabile delle RU Alleanza comunica che il livello produttivo è scarso, invitando ad elevarlo.

In Generali Assicurazioni sono stati licenziati 300 colleghi negli ultimi 4 anni col sistema delle 4 lettere: ti invio una lettera di monito per scarsa produttività, una seconda di biasimo in cui ti ribadisco che ti devi allineare, una terza in cui ti stabilisco un termine entro cui raggiungere determinati parametri commerciali, una quarta di licenziamento.

A quel punto la questione si è spostata in tribunale con risultati incerti: solo la metà circa dei casi si è conclusa con l’accoglimento della richiesta di reintegro per licenziamento illeggittimo, l’altra metà ha visto riconosciuto il diritto allo scioglimento del rapporto da parte dell’azienda in quanto ravvisato,nell’improduttività, il venir meno del nesso causale del rapporto lavorativo.

Chi ha perso ha poi rinunciato a proseguire la causa, di fronte all’offerta economica intervenuta, dopo la sentenza di primo grado, da parte dell’azienda, compromesso più allettante che proseguire a proprie spese iter processuali costosi e dall’incerto esito. Similmente si sono purtroppo conclusi anche casi in cui si era ottenuto il reintegro.

Temiamo che le lettere che stanno arrivando anche ai produttori Alleanza seguiranno il medesimo schema: addirittura sono già pervenute ai numerosi colleghi aventi ruoli di coordinamento ma con Partita IVA, colleghi il cui numero in azienda cresce sempre più, andando ormai a costituire quasi metà della rete distributiva, con assunzioni concesse col contagocce dopo circa 3 anni di lavoro ad obiettivi elevati senza tutela alcuna pur svolgendo mansioni del tutto equiparate a chi è dipendente.

In questo quadro abbiamo affrontato in questi mesi la trattativa dell’accordo ponte di rinnovo del CIA del Gruppo Generali, particolarmente importante perché ritenuto il punto di riferimento nel settore assicurativo essendo il Gruppo Generali il polo assicurativo italiano più importante.
La trattativa ha visto mettere a segno dei punti migliorativi di rilevante importanza.

Per la prima volta nella storia del CIA Generali è stata introdotta, seppur sperimentalmente e solo per Generali Italia SpA, la figura dell’RSA addetto all’organizzazione produttiva con remunerazione accordata dall’azienda per le ore di attività sindacale come media provvigionale goduta nell’anno precedente l’assegnazione dell’incarico.

Si è stabilito l’ingresso nel CIA di aziende prima escluse, tutelando finalmente in modo consono i colleghi di GenertelLife.

E’ stato riconosciuto, purtroppo solo per le figure ammnistrative e per i funzionari, l’ultrattività sanitaria per i pensionati o i fuoriusciti volontari per 5 anni dall’uscita, il congedo parentale ad ore fino ai 3 anni del figlio e l’equiparazione del part-time al tempo pieno per massimali e rimborsi sanitari, rifinanziato il Piano Case per 5 milioni di euro, e ottenuto un mini premio produttività per tutti i produttori di gruppo, che per quanto modesto (200 euro) speriamo apra lo spiraglio, in sede di rinnovo del CIA già nel 2016, per un più adeguato riconoscimento a figure che oggi, con parametri produttivi sempre più complessi, girano a clienti senza buono pasto e su autovettura propria senza rimborsi , almeno per i produttori Alleanza.

Insomma, un quadro, seppur lacunoso, assolutamente positivo, concluso senza un’ora di sciopero, da ratificare soprattutto alla luce del quadro generale in cui , tra l’altro, ABI e banche trovano l’accordo per 85 euro di incremento a regime.

Del resto il gruppo Generali macina profitti e riteniamo non abbia regalato nulla, seppur stenti ultimamente l’azione a crescere, a fronte del rating poco lusinghiero degli analisti (scatenando la recente clamorosa decisione di Generali di non essere più valutata da STANDARS&POOR’S) situazione da cui dovremo, proprio per l’attrattività ancora limitata del titolo in Borsa, obiettivo cruciale per l’AD, attenderci tempi complessi, con ulteriori sferzate ai produttori e tagli ai costi, se non, come si paventa, la cessione aziendale.

Nell’insieme più generale rammarica la decisione del GRUPPO UNIPOL SAI, nella persona dell’AD Cimbri, di uscire da ANIA, da cui afferma di non sentirsi più rappresentato.

Il rischio della contrattazione per singola azienda, con destini separati e non incardinati in un quadro unitario di tutela dovrebbe spingere ad un ripensamento.

Del resto, la salute degli Istituti assicurativi italiani, pur con le problematiche della malagestione Ligresti in Fondiaria Sai o le difficoltà di poche altre, è testimoniata dall’incremento della raccolta vita (anche grazie all’interesse degli istituti bancari per il collocamento dell’assicurativo in questa fase di stagnazione del comparto obbligazionario ) , ma anche dalla stabilità dei parametrici economici di solvibilità e patrimonialità documentati da bilanci ed analisi indipendenti.

Sulla base di questi ci si augura non di veder limitati, ma estesi anche a chi ancora non ne gode, i diritti conquistati con anni di sforzo sindacale.
Questo non solo in riferimento a chi, come i produttori Alleanza, gode di diritti diversi rispetto agli altri produttori di Gruppo, ma soprattutto a quel popolo delle PARTITE IVA che necessita di vedere riconosciute, con parametri e tempistiche certi, forme di collaborazione di più stringente tutela, magari trovando in APAC un primo punto di riferimento per questo percorso.

ANIA RINNOVO CCNL

La scorsa primavera i sindacati hanno presentato una piattaforma con una richiesta di aumento economico pari all’8,30% partendo dalla consapevolezza che il settore, dal punto di vista normativo, è fermo dal 2007 .
La filiera complessiva del settore e’ di circa 300mila persone, in cui il personale dipendente ha un rapporto di lavoro disciplinato non solo dal contratto Ania, ma da altri 3 contratti: Alleanza, Aisa e dal contratto dell’appalto. Ci sono quindi 4 contratti, ma il più importante strategicamente è quello dell’Ania che riguarda 48mila persone, ossia circa il 75% dell’intero personale dipendente del settore assicurativo.

Il 16 novembre si è svolto a Roma il previsto incontro tra le OO.SS e l’ANIA, per il rinnovo del CCNL. Gli argomenti affrontati sono stati: INQUADRAMENTI e FUNGIBILITA’.
L’associazione datoriale ha esposto le proprie richieste, alcune delle quali anche peggiorative rispetto al “Jobs ACT”. In sintesi le richieste ANIA sono state:

Riduzione delle aree professionali a due:

Area Quadri ( Funzionari e 6 quadro)
Area Impiegati ( dal 1° al 6° livello)

L’area Quadri sarebbe composta da due livelli d’inquadramento:
nel primo sono previsti i funzionari suddivisi in due profili ( Staff e Line ) con la previsione di un unica indennità diversa dalle attuali.
nel secondo i Sesti Quadro con l’attuale indennità.
Per l’area Impiegati (che conterrebbe tutti gli attuali livelli dal 1° al 6°) l’ANIA propone ritocchi sulle declaratorie del 5° e del 6°.
Anche mutuando le previsioni di legge, in determinate situazioni e sempre per l’ANIA, sarà possibile il demansionamento, all’ interno di ciascuna area, di un livello.
L’ANIA ha anche richiesto l’allungamento a sei mesi (rispetto agli attuali tre) del periodo per maturare il diritto al riconoscimento del relativo inquadramento nel caso di svolgimento di mansioni superiori.
Anche alla luce di questa tornata di trattativa, proseguono le difficoltà del negoziato già evidenziate precedentemente per la ricerca di punti di convergenza. Il prossimo incontro è previsto a Milano per il giorno 11 dicembre.

ALLEGATO