Riportiamo di seguito il testo dell’intervento di BM al Congresso Nazionale Fisac che si è svolto a Roma dal 26 al 29 novembre 2018:
498 nel 2010
864 fino a marzo 2018
Ecco i numeri dei “pirati”: fragili fogli custoditi al CNEL trasformati in formidabili strumenti di sabotaggio delle retribuzioni e delle condizioni lavorative dei tanti “che pur lavorando sono poveri”
Il “pirata” è arrivato anche in Fisac nel 2014 e – come prevedibile – nel settore più debole della filiera assicurativa: l’Appalto Assicurativo.
I dati ci dicono che anche nel 2017 le Compagnie hanno avuto utili per 5,9 miliardi di euro aumentando il dato del 2016 in cui gli utili erano stati pari a 5,7 miliardi: questi risultati si devono a tutti i lavoratori e le lavoratrici (a chi sta in direzione, nei call center, ai produttori, ai dipendenti di agenzia) ma alcuni tra questi lavoratori sono più uguali degli altri se chi sta nelle direzioni ha un contratto migliore di chi lavora nei call center, nella rete produttiva o in agenzia e – tra chi sta in agenzia – chi ha il “pirata” sta peggio di ha il CCNL “CGIL CISL UIL FNA”…
è la contrattazione “à la carte” bellezza!
E se si puo’ fare qui perchè non si puo’ fare in ABI?
Il Demozzi – Presidente di SNA (il Sindacato Nazionale Agenti con il maggior numero di iscritti tra le agenzie di medio/piccole dimensioni) – ci ha confezionato (con le sigle di Confsal Fesica e Fisals che rappresentano badanti/colf/lavoratori stranieri in Italia (guardacaso anche qui “lavoratori invisibili”)) – un contratto condito di ‘PUO’: la filosofia che sottende è che il lavoro è una concessione da meritare e non un diritto sancito dalla nostra carta costituzionale.
Il CCNL “pirata” SNA rappresenta pero’ la risposta sbagliata al problema vero di una rete distributiva assicurativa che nel corso di questa lunga crisi economica deve fare i conti con la strutturale sottoassicurazione italiana, ed è messa in grossa difficolta’ dall’aumento della concorrenza (Compagnie dirette, comparatori, preventivatori) e dall’affermazione di nuovi canali distributivi (bancassicurazione e Poste).
Il peccato originale di tante nostre agenzie sta nelle loro dimensioni troppo piccole per competere sul mercato: la soluzione trovata da SNA di agire solo sul fronte dei tagli al costo del lavoro è la più facile ma non dà prospettive di lungo periodo ed infatti a distanza di 4 anni dalla prima firma del “pirata” ogni settimana arriva notizia di agenzie che non ce la fanno a pagare gli stipendi, di riduzioni di orario, di licenziamenti.
Dopo la soppressione della cassa in deroga, nella maggior parte delle nostre realtà lavorative, non esiste più alcun salvagente.
Il sindacato ha il dover di gestire le crisi occupazionali insieme alle aziende (penso al modello del “protocollo sull’occupazione” del settore a noi più vicino ANAGINA)
In questo, l’Ente Bilaterale Enbass che tanto ha fatto su welfare (cassa sanitaria, polizza LTC e TCM per i dipendenti) e sicurezza sul lavoro (con la formazione di una rete capillare di RLST per il settore) potrebbe fare la differenza.
I tempi sono maturi per procedere all’istituzione di un fondo emergenziale e su questo le lavoratrici ed i lavoratori che abbiamo incontrato nelle assemblee hanno chiesto un impegno preciso al S.G. che sarà chiamato a guidare la Fisac: “un protocollo sull’occupazione e il fondo emergenziale devono essere gli obiettivi strategici della nostra azione nel settore”.
Abbiamo le risorse economiche (SNA aveva tentato di svuotarne le casse per le vie legali ed ha perso), abbiamo la nostra rappresentanza Fisac in ENBASS: teste e cuori che hanno reso negli anni questo ente bilaterale la vera spina nel fianco del Demozzi e soci, da loro si deve ripartire per mettere in campo un progetto di ampliamento e potenziamento del ruolo di ENBASS.
Ogni giorno un nuovo morto sul lavoro! Negli Appalti la sicurezza sul lavoro è più a rischio.
Bene quindi la rete degli R.L.S.T. creata grazie ad ENBASS ma non avrà senso compiuto se la visita alle agenzie verrà effettuata solo su decisione e convocazione da parte dell’Agente: l’Agente che sa di non essere in regola, per evitare di metter mano al portafogli non se ne avvarrà mai.
Come ci ha ricordato la nostra RSA MB restano cose scritte sulla carta e il rischio è quello di sentirsi presi in giro.
E’ successo con:
– l’incontro di Camusso prima con Toninelli e poi con Fico, sul tema ‘Carta dei Diritti’: la nostra proposta di legge di iniziativa popolare giace pero’ ancora in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati,
E’ successo con:
– l’Ispettorato del Lavoro nazionale che prima ha pubblicato sul suo sito istituzionale una ferma presa di posizione contro i “pirati” e dopo qualche mese l’ha fatta sparire,
Nuovamente con:
– Unipolsai che nel Cia ha sottoscritto l’impegno a raccomandare ai propri agenti l’applicazione del contratto corretto e poi ad una richiesta di intervento su specifiche agenzie di Vicenza, ci ha fatto pervenire una NON risposta in cui si afferma che la direzione “ha sempre raccomandato” l’applicazione dei contratti maggiormente rappresentativi ai propri agenti peccato che poi sia seguito alcun intervento mirato nelle agenzie segnalate.
Dalla Carta dei Diritti dobbiamo ripartire: dobbiamo rimettere al centro la persona.
Da anni colleghi e colleghe ci ripetono che la relazione col cliente si è profondamente trasformata: il cliente che entra in agenzia è più difficile da fidelizzare rispetto al passato, maggiormente informato, sempre più abituato ad una relazione omnicanale e alla ricerca di servizi personalizzati.
Generali – nella presentazione del piano strategico triennale di qualche giorno fa – ha dichiarato lo spostamento dei focus da “prodotti” a “clienti” e da “protezione e risarcimento” a “prevenzione e servizio” ed affermato che “l
arà un caso che le agenzie Generali sono quelle con i portafogli più grandi e il numero medio di dipendenti più alto e una applicazione assai diffusa del CCNL per i dipendenti firmato da CGIL CISL UIL FNA con Anapa?
La persona al centro significa dignità DEL e NEL lavoro: perchè – come ci ha ricordato MB di UnipolSai -: “Vivere non vuol dire solo alzarsi per andare a lavorare, mangiare, pagare le bollette e coricarsi. Vivere vuol dire anche potersi permettere il biglietto di un teatro, o di un concerto, una pizza, una colazione al bar. Siamo esseri umani, non siamo numeri! Queste piccole cose oltre a far bene al cuore ed alla mente di ogni singolo individuo, danno lavoro ad altre persone.”
Già le altre persone!
Alberta …, CCNL Sna, al Congresso provinciale di Vicenza in ferie: “noi chiediamo ai nostri sindacati che non si intervenga solo nelle grandi aziende con un grosso numero i lavoratori, ma c’è bisogno di tutela soprattutto verso chi lavora in piccole aziende con anche 1 solo dipendente, perché uno sciopero o una presa di posizione netta in questi casi avrebbe conseguenze critiche”; ed ancora “chiediamo tutele, aiuto e soprattuto unione; pochi contratti con regole solide, senza clausole che possono essere eluse o interpretate a seconda dei tornaconti di ogni imprenditore” ed infine ci ha ricordato perchè noi abbiamo scelto di fare sindacato: cercare con umiltà e caparbietà l’unione per migliorare le condizioni di tutti.
Katia, infermiera costretta dal “turno europeo” a 12 ore di lavoro consecutivo;
Michela, stagista a 500 euro al mese;
Claudio, impiegato finto produttore in subagenzia che non arriva ai 1000 euro al mese;
Ivana, commessa di supermercato chiamata al lavoro stamattina per oggi pomeriggio e quasi ogni domenica;
XXX che ci pulisce l’ufficio … come si chiama … sapete rispondere? che contratto ha la signora che tiene puliti i luoghi dove trascorriamo una buona parte delle nostre giornate?
La parola SINDACATO significa “GIUSTIZIA INSIEME”
Non si persegue la GIUSTIZIA senza l’UNIONE:
dobbiamo riportare ad unità il mondo del lavoro e per farlo cominciamo da noi stessi quando stiamo in fila in una cassa o in un ufficio pubblico senza sbuffare, o “votiamo” con i nostri acquisti per un modello di sviluppo sostenibile per il nostro pianeta;
quando condanniamo lavoratori di altre nazioni a condizioni da schiavo per spuntare un prezzo migliore; quando affolliamo i centri commerciali di domenica.
INSIEME quando – contrattando condizioni contrattuali vantaggiose per chi sta in alto nella filiera produttiva – non teniamo in alcun conto le ricadute o le rivendicazioni di chi sta sotto.
INSIEME perche’ anche solo un dito indebolito in una mano inficia la presa e come ci ha spiegato la nostra RSA Katia Fantinati la parola insieme nel linguaggio LIS si indica con le dita di diverse altezze nella mano che si avvicinano e si orientano tutte in un’unica direzione per un medesimo obiettivo.
Non esistono uomini e donne sole al comando!
E’ ora di uscire dalle logiche dei nemici/amici: nella società civile, in politica e soprattutto nel sindacato.
Risintonizziamo il nostro agire dal CONTRO al PER.
Coinvolgiamo i colleghi e le colleghe e ascoltiamoli veramente: ne hanno tanto bisogno e ne abbiamo tanto bisogno anche noi che troppo spesso pensiamo di avere già la soluzione in tasca senza manco aver capito qual è il problema!
E’ necessario ritornare a fare sindacato dal basso, creando una rete capillare, cercando di spiegarlo ai giovani che, della parola sindacato non conoscono il significato e a volte neanche l’esistenza, ma bisogna ritornare a parlarne anche ai genitori di quei ragazzi, che per troppo tempo sono rimasti fuori ed hanno guardato dalle finestre. Bisogna ricomprenderli coinvolgendoli, parlando loro con un linguaggio più semplice e sintetico e bisogna che in prima persona vi siano lavoratori che rappresentino i lavoratori. Nessuno meglio di loro conosce le problematiche all’interno dei posti di lavoro.
Nel nostro settore in questi anni difficili è fiorita una rete di donne coraggiose e competenti c
e si stanno impegnando in prima persona come RSA o RLST: la manifestazione di Trento contro lo SNA è stato l’innesco ed adesso quelle formiche si sono messe in marcia, è un bene per loro ed è sicuramente un bene per la Fisac: apriamo loro le porte!
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