Luisa Livatino (Fisac Vicenza) all’attivo Cgil Vicenza ‘Il Paese che vogliamo’



Care compagne e cari compagni,
approfitto di questa occasione per offrire una descrizione della situazione della categoria o meglio della situazione dei lavoratori e delle lavoratrici che rappresentiamo.

A questo proposito, visto che rappresentiamo lavoratrici e lavoratori con contratti e storie di vita diverse chiedere a Natascia dirmi quando mancano due minuti alla fine dell’intervento. L’ultima parte è necessario che io la faccia.

Inizio con qualche dato. Dal 2014 a Vicenza i bancari per effetto dei vari fondi esuberi sono 1225 in meno, vale a dire che è un bancario su quattro non c’è più. Ora i dipendenti delle banche sono 4600 di cui 1000 del credito cooperativo.

540 di questi colleghi che sono andati esodo, tramite l’ammortizzatore sociale di categoria, lavoravano nelle banche venete. Quello che è successo è storia nota e non mi ci dilungo, salvo per dire che comunque il danno che una gestione manageriale disinvolta ha creato ai consumatori si ripercuote anche e ancora su lavoratori in attività (fiducia).

Da un periodo nel quale si aprivano filiali dappertutto siamo passati a chiusure dovunque, anche nei paesi più piccoli, creando danno alla clientela, particolarmente quella più anziana.

La tendenza ormai diffusa è di avere poche filiali con pochissimi dipendenti, sfiniti, e clientela scontenta.
Ma qual è il disegno delle banche in generale?
Avere pochissimi dipendenti, personale a partita iva e clientela migrata tutta sulle piattaforme digitali.

La programmazione della numerosità delle risorse necessarie però spesso si rivela errata e quindi assistiamo spesso a fenomeni che mai avremmo pensato di vedere in una categoria che, fino a un decennio fa, sembrava privilegiata…
Filiali che non riescono ad aprire, riduzione drastica degli orari di apertura…senza dimenticare le esternalizzazioni.

Per non parlare poi delle pressioni commerciali, piaga del sistema che danneggia i clienti, ma anche i lavoratori che le subiscono.
Le responsabilità, dovute anche agli interventi dei regolatori, sono immense e colleghe e colleghi spesso sono chiamati a pagare di tasca propria e subiscono anche contestazioni disciplinari.

Per tornare a Vicenza, proprio qui da noi in Unicredit è stato proclamato uno sciopero provinciale per evidenziare le condizioni di lavoro alle quali lavoratori e lavoratrici erano sottoposti.
Il risultato è andato oltre le attese con 3 filiali chiuse su 4…
E una grandissima solidarietà dei clienti che abbiamo incontrato nei presidi organizzati davanti alle filiali principali.
Ci hanno seguito altre provincie e il risultato è stato un accordo sulle politiche commerciali che sicuramente giudichiamo buono, ma che fatichiamo ancora ad esigere.
C’è infatti uno scollamento tra quello che i top manager ‘predicano’ e come i ‘capetti’ poi vanno a scaricare sulle ultime ruote del carro.
Con la nostra mobilitazione speriamo di aver aperto la strada, magari, al recepimento di un accordo ancora migliore nel CCNL in corso di rinnovo.
Ccnl appunto… siamo molto preoccupati per le notizie uscite verso la fine di luglio relativamente a 10000 esuberi nel gruppo Unicredit, tanto presente sul nostro territorio…
Ancora di più ci ha preoccupato la mail inviata a tutti i dipendenti nella quale, in sintesi, l’ad ha invitato a

Stare sereni…

Non vorremmo che i dipendenti Unicredit diventassero ‘ostaggi’ o ‘merce di scambio’ nel corso del rinnovo del ccnl.

La Fisac è da sempre impegnata nel tenere insieme non solo ‘vecchi’ (fondo esuberi), ma anche ‘nuovi’ (cerchiamo sempre di ottenere nuove assunzioni) e non dimentichiamo mai chi lavora con noi ma è dipendente di altre aziende, personale di pulizia, di vigilianza ecc.

A proposito di solidarietà quanto sta avvenendo nelle agenzie assicurative in appalto, con l’applicazione di un ccnl ‘pirata’ è potenzialmente dirompente… se passa la logica che si firmano i contratti con i sindacati ‘gialli’, non rappresentativi di nessuno, il sindacato rischia l’estinzione.

Alla luce di un confine sempre più labile tra intermediazione bancaria e assicurativa (assicurazione nelle filiali bancarie e banca nelle agenzie assicurative) il modello di appalto presente nelle agenzie con i costi ulteriormente scontati dal pirata si fa più agevolmente esportabile.

La carta dei diritti prevede all’articolo 89 che ai lavoratori dell’affidatario siano garantiti i trattamenti economici e normativi non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi ad efficacia generale applicabile all’affidante: purtroppo è ancora e solo una proposta di legge di iniziativa popolare.

Nel frattempo sta a ciascun di noi dare contenuto all’appellativo compagna o compagno.

Sono una compagna quando seduta ai tavoli di contrattazione condivido il pane ‘cum-panis’ ovvero mi sforzo di praticare una contrattazione inclusiva per una estensione delle tutele e una redistribuzione del reddito su tutta la filiera.

Sono una compagna quando acquistando una merce mi preoccupo di quando lo faccio (di domenica o in altra festività mai), delle condizioni di lavoro di chi l’ha prodotta (lavoro nero, caporalato, sfruttamento minorile), della sostenibilità delle materie prime impiegate per produrre e imballarla…

Sono una compagna quando presentandomi ad uno sportello o ricevendo una telefonata da un call center saluto e ringrazio con gentilezza…

Oggi pomeriggio il nostro segretario generale, il compagno Landini, incontrerà le ultime del nostro settore, le ascolterà: essere un compagno, in questa società in cui rapporti personali sono in troppi casi ridotti al lumicino, e’ anche questo, prendersi del tempo per ascoltare senza pregiudizi o soluzioni pret-à-porter.

E per questo ascolto ringrazio di cuore il nostro segretario.