Crisi di governo: IRRESPONSABILITA’ – Quanto costa? Chi la paga?



Crisi di governo

Abbiamo sempre sostenuto l’impegno del Presidente Napolitano a dare vita ad un governo che, nonostante i risultati delle ultime elezioni politiche, fosse in grado di guidare l’Italia verso l’uscita dalla crisi.

Sapevamo, e sappiamo, che senza un governo che metta in primo piano gli interessi del Paese e sia sensibile ai problemi della parte più debole della popolazione, tutti i sacrifici fatti per risanare i conti pubblici e rilanciare lo sviluppo sarebbero stati stati inutili. Abbiamo chiesto a tutti, senso di responsabilità, mettendo in secondo piano le questioni personali e le naturali divergenze politiche.

Il governo Letta, su queste basi, doveva rispondere a questo compito. La scelta del partito Popolo delle Libertà di far dimettere i propri parlamentari e ministri va invece nel senso esattamente opposto: far cadere il governo, paralizzare l’attività legislativa del Parlamento e aprire la strada a nuove elezioni che, oltretutto, senza una riforma del sistema elettorale, consegnerebbe ancora una volta l’Italia alla ingovernabilità.

Noi non lo accettiamo e non lo vogliamo.

Irresponsabilità: quanto costa e chi la paga?

Quanto costerà al Paese questa decisione sconsiderata?

=> La mancata approvazione dei provvedimenti di legge per lo stop all’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, lo stanziamento di 500 milioni di euro per gli ammortizzatori in deroga, la mancata copertura per gli esodati, la cancellazione della seconda rata dell’IMU (ma se ci sono le elezioni politiche anticipate si dovrà pagare anche la prima).

=>
Il blocco dei trasferimenti ai Comuni per pagare gli arretrati alle aziende fornitrici.

=> A rischio poi la Legge di Stabilità 2014 che doveva mettere al sicuro i conti pubblici ma anche avviare una riduzione della tassazione sul lavoro dipendente, pensioni e sulle imprese.

=> La perdita di credibilità a livello internazionale fa allontanare gli investimenti stranieri (indispensabili per tornare a crescere) e favorisce la speculazione sui titoli di Stato (e quindi più debiti da pagare nel prossimo futuro).

=> Infine i danni che tutti e quattro questi fattori messi insieme creeranno alla possibile ripresa economica e, conseguentemente, all’occupazione.

Chi pagherà il conto?

Il conto di questo disastro non sarà certamente pagato da chi lo ha voluto. Il conto sarà pagato soprattutto, se non unicamente, dai giovani che cercano una occupazione e che si troveranno invece più debiti da pagare, dai disoccu- pati che oltre a non trovare un lavoro non avranno nemmeno un Paese che possa aiutarli, dalle famiglie a basso reddito a cui aumenteranno le spese per vivere e le tasse da pagare, dalle imprese che perderanno anche la possibilità di agganciare la pur modesta ripresa che ci si attende.

In breve: il conto lo pagherà chi ha fatto i sacrifici e che ha già pagata cara la crisi.

In Veneto:

=> saranno cancellati nel breve gli effetti del recente accordo tra Parti Sociali e Regione per mettere in pagamento arretrati per oltre 100 milioni di euro di Cig e mobilità in deroga;

=> si perderà l’occasione di sostenere quelle aziende le cui esportazioni hanno cominciato a risalire;

=> nessuna speranza per i molti Comuni virtuosi di poter spendere le risorse di cui pure dispongono.

Ecco perché ci rivolgiamo a tutti i rappresentanti politici, deputati e senatori, eletti in Veneto perché si facciano carico di nuove e maggiori responsabilità per impedire questo sfascio e affinché prevalgano gli interessi generali.

Ecco perché invitiamo tutti gli amministratori locali, a partire dalla Regione del Veneto, a sostenere il Presidente della Repubblica nel suo impegno per mantenere la governabilità del Paese e scongiurare lo scioglimento del Par
lamento.

A questo fine a partire da domani e fino a sabato si promuoveranno assemblee nei luoghi di lavoro e presidi territoriali.

ALLEGATO
Volantino