Banca Popolare di Vicenza: Non vedo, Non sento, Non parlo



Nelle ultime settimane sembra che i vertici BPVI siano piombati nel più totale silenzio e immobilismo:
NON VEDONO la situazione dei colleghi, sempre più in difficoltà nelle Filiali;
NON SENTONO le lamentele di azionisti e clienti, in forma organizzata o singola in tutta Italia
NON PARLANO attraverso canali ufficiali o informali, né all’interno né all’opinione pubblica. Dicono di non sapere, si trincerano dietro un laconico “no-comment”; non FANNO e DICONO NIENTE.

La verità è che il silenzio è assordante. E’ ben noto che i vertici della Banca sono in ridefinizione ma chi c’è – e c’era – non può dire di non sapere, non fare e non sentire o nascondersi
perché in filiale non ci si può nascondere! Se chi c’è non riesce a gestire la Banca o stare vicino ai colleghi alzi la mano, si riduca lo stipendio e vada in filiale a supportare i colleghi che sono già in prima linea !!!
Abbiamo chiesto con forza a tutti i livelli che i colleghi non fossero lasciati soli a gestire questo difficile momento. Come comportarsi in caso di “assalto”, con i media da gestire, in caso di minacce, in caso di richieste di estinzione dei rapporti, come tener alto il morale di chi deve ogni giorno aprire la serranda!

La verità è che nessuno sta dando direttive su come gestire i soci in un momento così delicato in cui fioriscono associazioni o pseudo associazioni di consumatori. Ci viene poi comunicato che la neo deliberata costituzione di una “Task Force Gestione Soci” di supporto alle Filiali per la gestione dei soci viene sospesa d’emblée senza alcuna spiegazione e senza ancora conoscere i tempi di realizzazione del tanto sbandierato borsino…

La verità è che una parte del management ha fallito negli obiettivi che si era dato. Solo un anno fa si parlava con grande orgoglio (e un pizzico di presunzione) di aggregare tre o quattro banche sotto la bandiera della BPVI. Oggi a fatica si cerca di trovare sponde più o meno vicine per un approdo sicuro. Ormai all’opzione “stand alone” sembra non credere neppure chi deve sostenerla per dovere d’ufficio.

La verità è che prassi commerciali sbagliate, miopi e mirate a produrre risultati a brevissimo tempo mostrano oggi tutta la loro inconsistenza. In tempi non sospetti avevamo già denunciato con forza e ai massimi livelli,
tutti i rischi di non conformità che alcune prassi commerciali a dir poco discutibili avrebbero potuto produrre. Oggi le responsabilità di queste operazioni e di queste prassi commerciali ricadono interamente su coloro che tali prassi hanno promosso, avallato o sottaciuto.

La verità è che ci lascia perplessi come mai a fronte degli aumenti di capitale effettuati negli ultimi due esercizi (ipotizzabili come obiettivo specifico e strategico) non sia stato corrisposto al management apicale un solo euro di compenso in azioni della Banca (?) (come previsto da Parte H- Operazioni con parte correlate – punto e) pag. 698 bil. 2014 e pag. 392 punto bil. 2013).

La verità è che a molti dipendenti soci non è stato consentito in nessun modo di vendere le proprie azioni sociali anche in caso di necessità e si sono visti costretti a sottoscrivere nuovi finanziamenti…

La verità è che mentre i dipendenti di questa banca erano impegnati a centrare l’obiettivo dell’aumento di capitale, alcuni manager sembrerebbe fossero più interessati a portare avanti operazioni finanziarie discutibili e “border-line”.

La verità è che per anni si è cercato di comprimere al massimo il costo del personale in tutte le forme ed oggi constatiamo con amarezza dagli articoli della stampa specializzata che erano altri gli stipendi …..“fuori mercato”. Oggi constatiamo che le voci che hanno affossato il bilancio non sono certo il VAP dei dipendenti ma altri costi e accantonamenti non fatti in passato.

La verità è che il VAP per i dipendenti è “dovuto” non solo contrattualmente ma principalmente per il lavoro svolto e per i risultati positivi dell’attività caratteristica delle società del Gruppo. Senza questi numeri oggi il passivo del bilancio consolidato sarebbe ben più grave e preoccupante.

La verità è che stiamo ancora aspettando di conoscere i dettagli del piano industriale per poterlo valutare nella sua interezza ma sappiamo già che si prevede la chiusura di 150 filiali e l’uscita di 200 risorse, nessun altro dettaglio, nessuna informativa, nessun particolare sulle filiali interessate. NIENTE!

L’unica certezza che abbiamo è che gli errori di mala gestione ricadono oggi sui dipendenti del Gruppo per i quali viene messo a rischio anche il posto di lavoro… Ci diranno che anche dirigenti e manager se ne vanno… ma nel frattempo hanno “fatto cassa” e magari si attendono liquidazioni “cash” di tutto rispetto!

La verità è che questa Banca sta a cuore soprattutto ai dipendenti. I Top Manager vanno e vengono, i dipendenti restano in prima linea. Questo Gruppo si regge grazie all’impegno e la professionalità di chi ci lavora, di chi ne conosce la storia, di chi ha la conoscenza diretta e personale dei clienti.

Se ancora ci sono punti di riferimento chiari per clienti e per gli azionisti in questa Banca, questi sono i colleghi, che tra mille silenzi e mille difficoltà mettono la loro faccia ogni giorno sul posto di lavoro.
Dove sono oggi quelli che dicevano che eravamo ”privilegiati” e che eravamo la Banca migliore, la più solida tra le popolari, la più attrattiva per clienti e dipendenti? Che non dovevamo porre domande o farci scrupoli ma dovevamo solo stare zitti e vendere? Dove ci ha portato la loro arroganza?

Chi era abituato a fare classifiche quotidiane sui “risultati” dei propri collaboratori si faccia oggi un bell’esame di coscienza, dia un bel voto al proprio operato e ne tragga le conseguenze.

La verità è che nel più breve tempo possibile ci auguriamo una “ripartenza” con un gruppo dirigenziale chiaro e capace, che sappia riconoscere il valore del lavoro dei dipendenti di questa Banca.

Oggi si è insediato il nuovo Direttore Generale e Consigliere Delegato Francesco IORIO al quale faremo da subito una richiesta di incontro. Siamo ben consci che il mondo bancario è in profonda trasformazione: al nuovo Direttore Generale diciamo da subito che non è il lavoro a preoccuparci ma piuttosto la mancanza di TRASPARENZA, EQUITA’ e VERA MERITOCRAZIA. Questo è il nostro augurio! Non serve a nessuno fare la caccia alla streghe! Sia però chiaro a tutti che non accetteremo nessun tentativo di spostare in basso eventuali responsabilità che vanno ricercate altrove!

DICIAMO BASTA A CHI GIOCA A NASCONDINO E PENSA DI SALVARSI NON FACENDO…. “CHI NON FA NON SBAGLIA” NON E’ UNA SCELTA CHE POSSIAMO ACCETTARE!

Organo di Coordinamento Gruppo BPVi
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL

ALLEGATO
Comunicato unitario