Carta dei diritti universali del lavoro – Nuova vita ai diritti



NUOVO STATUTO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

Consultazione straordinaria degli iscritti alla Cgil per presentare una progetto di legge di iniziativa popolare: “Carta dei Diritti Universali del Lavoro ovvero nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori”.

“Nuovo” in ragione dell’idea che, più che un ritorno al passato, questa proposta di una legge di rango costituzionale, si misura con il cambiamento intervenuto nel mondo del lavoro, che oggi vede mol te disuguaglianze, discriminazioni e divisioni.

Lo Statuto è fatto di tre parti:

– princìpi universali,

– norme di legge che danno efficacia generale alla contrattazione e codificano democrazia e rappresentanza per tutti,

– riscrittura dei contratti di lavoro.

Lo Statuto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e la contrattazione inclusiva sono due gambe di una strategia che affronta il precipitare delle disuguaglianze nel mondo del lavoro con lo strumento proprio di un sindacato. Il primo si fa carico di riscrivere il diritto del lavoro ricostruendone i princìpi di derivazione costituzionale sui quali fondare una carta dei diritti per tutti i lavoratori, la seconda, cioè la contrattazione, ne dà effettività.

La contrattazione inclusiva è una scelta precisa.

Vuol dire affidare alla contrattazione il compito di includere i soggetti che oggi ne sono esclusi, che siano i precari o i lavoratori degli appalti, che siano i lavoratori di diverse aziende di uno stesso sito o di una filiera, il principio è sempre lo stesso: avvicinare attraverso la contrattazione i trattamenti e le condizioni di lavoro, cancellando disuguaglianze e divisioni tra lavoratori.

Diverse leggi in questi anni hanno colpito pesantemente l’equilibrio tra la legge e la contrattazione, tra poteri unilaterali e diritti collettivi: dal blocco della contrattazione nel pubblico impiego all’art. 8 che ha esteso la derogabilità a leggi e contratti, alle leggi che hanno moltiplicato il precariato culminate nel jobs act, leggi che hanno cancellato le norme sul contrasto al lavoro sommerso e minato il diritto a lavorare in sicurezza. Ma c’è un mondo che neanche la contrattazione è riuscita a tutelare in pieno e al meglio, quello della differenziazione delle forme di lavoro: subordinato, para subordinato, autonomo, nelle loro tante moltiplicazioni. Spesso sono stati definiti atipici, flessibili, precari, discontinui, finti o veri autonomi, professionisti.

Oggi la separazione tra garantiti e non garantiti assume tante sfumature. La contrattazione inclusiva può avvicinare condizioni diverse e trovare risposte ai bisogni di chi lavora, ma ci sono diritti soggettivi che vanno resi universali ed indisponibili alle deroghe e soprattutto estesi a tutti.

Ci vuole quindi una “Carta” fatta di princìpi di rango costituzionale affinché, come fu per la legge 300/70, la “Costituzione entri nei luoghi di lavoro, riconoscendo diritti a chi ne è escluso”.

Ma occorre anche una legge, un Nuovo Statuto dei Diritti delle Lavoratrici e dei Lavoratori che riscriva il Diritto del lavoro, rovesciando l’idea che sia l’impresa, che rappresenta il soggetto più forte, a determinare le condizioni di chi lavora, cioè del soggetto più debole.

Estendere diritti a chi non ne ha, riscriverne di nuovi per tutti, per garantire i diritti nel lavoro in un mondo che cambia velocemente e ha bisogno di innovazione.

continua in allegato …

ALLEGATO
Carta dei diritti dei lavoratori – Sintesi della proposta di legge ad iniziativa popolare