PENSIONI: i conti non tornano!



Il confronto Governo-Sindacati sulla previdenza, nella cosiddetta “Fase due”, non ha prodotto risultati soddisfacenti, in quanto le proposte emerse sono molto distanti non solo dalla piattaforma sindacale ma anche dagli impegni sottoscritti dallo stesso Governo con il verbale del 28 settembre 2016.

La proposta dell’Esecutivo, infatti, ignora completamente l’obiettivo di garantire fin da subito anche ai giovani una prospettiva pensionistica, il riconoscimento del lavoro di cura e della condizione delle donne, l’ampliamento della flessibilità in uscita per tutti i lavoratori,il rafforzamento della previdenza complementare nel settore privato.
Rispetto al blocco dei requisiti per la pensione di vecchiaia e di anzianità, a fronte del previsto aumento di 5 mesi dal primo gennaio 2019, il Governo ha proposto un intervento del tutto marginale che si rivolge ad una platea inferiore al 5% del totale dei lavoratori (solo 15 mansioni con il vincolo di almeno 30 anni di con- tributi e almeno 7 anni sugli ultimi 10 impiegati in queste attività).

Prendendo atto dell’indisponibilità del Govemo a modificare l’impianto della sua proposta, la Cgil ha deciso di proseguire e rafforzare la mobilitazione per sostenere le richieste presentate unitariamente dal sindacato e per chiedere al Parlamento di recepirle con la prossima Legge di bilancio.

In particolare per noi è necessario:
Bloccare l’innalzamento dei requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia e anzianità in rapporto all’aspettativa di vita, rivederne i meccanismi e riconoscere la diversità dei lavori;
Ampliare la flessibilità in uscita per consentire una maggiore libertà al lavoratore su quando andare in pensione, nella direzione indicata dalla Piattaforma sindacale che prevede la possibilità discelta fra 62 e 70 anni o i41 anni di contributi minimi per tutti;
Istituire la pensione contributiva di garanzia per permettere anche ai giovani e a tutti coloro che fanno lavori discontinui,con basso reddito o bassa contribuzione,di poter contare su una pensione dignitosa;
Superare la disparità di genere che penalizza le donne e riconoscere previdenzialmente il lavoro di cura (accudimento figli, famigliari disabili o non autosufficienti), con la possibilità di anticipare l’età di pensione.
Modificare la norma su Ape sociale Precoci per estenderne la platea dei beneficiari e semplificare le procedure, garantendo il pieno utilizzo delle risorse già impegnate e finanziando con risorse aggiuntive ulteriori proroghe dell’Ape social oltre il 2018.
Favorire l’adesione ai fondi di previdenza negoziali garantendo la reale libertà di scelta ai lavoratori.
Verificare le risorse effettivamente utilizzate per gli “esodati” e per “opzione donna” e impiegare le ri- sorse residue disponibili all’interno de lsistema previdenziale e per prorogare questi interventi; Garantire una reale ed equa rivalutazione delle pensioni e la ricostituzione delmontante dopo i tagli alle rivalutazioni subiti in questi anni.

La legge Fornero non è stata una riforma previdenziale ma una manovra finanziaria adottata per fare cassa, scaricando sui lavoratori e sui pensionati il principale onere del risanamento dei conti pubblici. È necessario superare questo modello e creare un nuovo sistema previdenziale sostenibile non solo economicamente ma anche socialmente, che sappia tenere assieme tutte le generazioni, essere equo e incardinato sul pilastro pubblico.
Questi sono i principi su cui si fonda la Piattaforma sindacale, da realizzare nel tempo ma con coerenza e continuità. Quei principi per noi rimangono validi e continuerà la nostra mobilitazione per sostenerli. Questa manovra di bilancio, in continuità con le politiche degli ultimi governi, nel complesso, non dà risposte adeguate ai bisogni del Paese, per lo sviluppo la crescita e l’occupazione, a partire dalla necessità, attraverso investimenti pubblici e privati, di offrire nuove opportunità di lavoro, in primis per le giovani generazioni. Abbiamo considerato importante e frutto della mobilitazione del sindacato di questi anni lo stanziamento di risorse per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego ma servono risposte sulla estensione degli ammor- tizzatori sociali (in merito ai quali abbiamo avuto risposte solo parziali), sul sostegno alla sanità pubblica.

ALLEGATO
Tutti a TORINO il 2 dicembre!