In data 18 febbraio 2019 abbiamo incontrato la Nuova Capo Area Donatella Vernisi.
Il fatto che la stessa, a pochi giorni dal proprio insediamento, abbia ritenuto utile promuovere un incontro con le organizzazioni sindacali rappresenta un apprezzabile segnale di riconoscimento del ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori e di chi li rappresenta, segnale che è stato confermato dai toni e dai contenuti della riunione.
La Capo Area ha infatti espresso la sua ferma intenzione di ripartire rivalutando alcuni concetti fondamentali: qualità della vita sul lavoro, rispetto (che va ben oltre la semplice educazione) per le persone e per le loro esigenze e aspettative – a partire da quella di lavorare con serenità in coerenza con i propri valori – ricavi sostenibili e produzione di qualità, con particolare riferimento ai rischi. Ha evidenziato quindi la volontà di presenziare anche ai successivi incontri con il sindacato con l’intenzione di accorciare le distanze, ascoltare e attivare una comunicazione costruttiva in direzione di concrete soluzioni possibili.
Abbiamo volentieri accolto questa impostazione facendoci portavoce del fortissimo disagio che attraversa tutti i luoghi di lavoro e che è emerso con forza anche nel recente giro di assemblee in corso nella nostra Area.
La farraginosa sovrapposizione di documenti normativi, le carenze della strumentazione tecnico informatica, nonché la mancanza di una chiara e praticabile organizzazione del lavoro – anche per effetto di continue e spesso contraddittorie revisioni organizzative – rendono di fatto molto complicato lavorare con serenità ed efficienza.
A queste grosse problematiche, indiscutibilmente legate a compatibilità di bilancio e a scelte di carattere nazionale, si aggiungono però i comportamenti e le modalità di interlocuzione tra strutture e persone, sui quali si può e si deve intervenire positivamente anche a livello locale.
Il personale, specie quello a diretto contatto con la clientela, ha oltremodo bisogno di sentire il concreto supporto di tutte le strutture sia sugli aspetti e le difficoltà operative che sulla consulenza e la relazione con la clientela – in particolare quando si tratta di situazioni complesse non gestibili in modo standardizzato.
Quella che unanimemente ci viene rappresentata è, invece, un’insostenibile continua pressione unilaterale “dall’alto verso il basso” attraverso l’abuso della comunicazione “standardizzata” via mail o via lync, senza la possibilità di interlocuzione costruttiva.
In particolare, è fortissimo il disagio legato all’interminabile sequela di messaggi di sollecitazione, controllo, promemoria di scadenze e obiettivi sui diversi aspetti del lavoro, dalla formazione alla regolarità operativa, con la netta preponderanza di quelle a contenuto commerciale spiccio, con toni spesso perentori e “ultimatum” slegati da vincoli operativi, compatibilità di organico, orari, forze in campo nonché dalle umane possibilità.
In assenza di chiare indicazioni di priorità, e di una conseguente programmazione delle attività che non ricada inesorabilmente sui singoli ultimi anelli della catena, la buona volontà degli stessi viene infatti mortificata fino allo stremo.
Di conseguenza, andrebbe ridotta al minimo tale tipo di comunicazione, annullando le richieste di previsioni di vendita e di reportistica estemporanea e privilegiando il dialogo.
Andrebbero inoltre coordinati i messaggi delle diverse filiere prevedendo un minor numero di comunicazioni che integrino tra loro le diverse indicazioni e diano l’idea di un filo conduttore comune, di priorità condivise e della collaborazione tra le diverse filiere (organizzazione, controlli, commerciale, credito) nel supportare piuttosto che infierire sulla rete.
Vanno infine scoraggiati toni e atteggiamenti di superiorità e controllo e incoraggiati quelli di ascolto e cooperazione.
Concludiamo con un forte richiamo alla necessità che anche dal centro arrivino segnali di consapevolezza delle difficili condizioni in cui la rete è costretta a operare, a partire da budget sostenibili e coerenti con le condizioni di mercato e operative. Senza budget sostenibili, infatti, non è possibile parlare di ricavi sostenibili, né di produzione di qualità, né di contenimento dei rischi, né – di conseguenza – di qualità della vita sul posto di lavoro.
Padova, 22 febbraio 2019
Le Rappresentanze Sindacali Aziendali AREA NORD EST
Banca Monte dei Paschi di Siena
ALLEGATO
Comunicato unitario
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