Giornate di puro caos appunto, nelle quali l’Azienda ha deciso che i lavoratori della Rete non potranno più effettuare lo smart working, e lo ha fatto ignorando di fatto i pesanti carichi di lavoro (dovuti principalmente, in questa fase, al sostegno di famiglie e imprese nostre clienti), le necessità di conciliazione di vita e lavoro, e sorvolando su alcuni concreti ed ancora attuali rischi per la salute.
Riteniamo che la sbandierata intenzione di precludere l’utilizzo dello smart working per i colleghi della Rete, sia quindi controproducente e in palese controtendenza.
A tale proposito, sorgono spontanee due domande:
1) a cosa sarebbe servito il questionario aziendale sullo smart working?
2) dove sono andati a finire i risultati sul questionario voluto dai RLS − che ha riscosso moltissimo successo in adesioni dei dipendenti − circa lo stress correlato al lavoro (c.d. SLC)?
È urgente un cambio di direzione da parte della banca!
Altro caos nasce dall’assenza della normativa aziendale circa l’accesso alle prestazioni del Fondo Ordinario di Solidarietà (c.d. FSR) sottoscritto con le OO.SS. (retribuito al 100% e utilizzabile in MPS solo per un numero definito di 100mila giornate), che ha prodotto grande confusione organizzativa nella nostra azienda, spiazzando gli stessi GRU e vanificando il lavoro di Titolari e Responsabili dei Centri specialistici, che tra altre mille incombenze burocratiche e di “distanziamento sociale” (manco fossimo dei “geometri” n.d.r.), si trovano a dover gestire le assenze obbligatorie di almeno il 25% del personale a partire da ieri e con preavviso di poche ore.
Il caos generato dall’incapacità aziendale di gestire un passaggio che essa stessa ha pervicacemente ricercato nel goffo tentativo di un ritorno ad una pseudo- normalità, ha gettato nello sconforto in particolare i colleghi della rete e sta compromettendo la tenuta operativa complessiva della banca stessa. Non sono stati adeguatamente curati né dei carichi di lavoro, né una doverosa programmazione delle “presenza/assenze”, col rischio tangibile di mettere in ginocchio chi in questi giorni avrà figli e familiari da accudire.
In questo caos l’unica cosa che è rimasta nel solito “ordine”, è l’atteggiamento della filiera commerciale che imperterrita fa finta di niente, preme e pretende risultati a dir poco impossibili se non anacronistici, e ignora quanto oggi si trovano ad affrontare i colleghi nelle filiali: gestione degli appuntamenti e del flusso dei clienti, continui aggiornamenti operativi e normativi, le pressioni dei clienti che necessitano di risposte economiche urgenti, il presidio dei rischi operativi.
Ancora una volta ci troviamo al solito punto di tante banche nella banca, ognuna concentrata sui propri obiettivi e senza quella visione unica e organica che consentirebbe a tutti di sentirsi parte di una squadra che gioca la stessa partita.
L’importante opera d’ingegno delle colleghe e dei colleghi deve essere riconosciuta a tutti i livelli: quelli che sono stati in prima linea nel periodo di massimo rischio, e quelli che, da casa, con inventiva e creatività sono riusciti ad essere comunque utili
nonostante le gravi carenze organizzative: la dedizione e l’intelligenza dei colleghi hanno permesso di “mandare avanti la carretta” evitando il peggio.
A tale proposito ci chiediamo: anche tali comportamenti andranno a finire in qualche foglio excel di risultati/budget/scostamenti, oppure saranno mai adeguatamente remunerati? Ai posteri l’ardua sentenza.
Mentre attendiamo che l’Azienda si ravveda su alcune decisioni incomprensibili e controproducenti, rendendosi conto di quali siano i reali problemi e fabbisogni dei Dipendenti, dei Clienti e, di conseguenza, facendo gli interessi dell’Azienda stessa, riflettiamo concretamente su quali passi ulteriori saranno necessari.
Vicenza, 19 maggio 2020
LE RAPPRESENTANZE SINDACALI AZIENDALI MPS DI VICENZA
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