Inquinamento da PFAS in Veneto



INQUINAMENTO DA PFAS IN VENETO

Queste le priorità per CGIL CISL UIL del Veneto:

==> Attivazione tempestiva e completa di tutti gli interventi necessari a garantire la tutela dell’ambiente, della salute, del lavoro
==> Stop ai continui rimpalli tra i diversi livelli istituzionali
==> MITENI: definizione improcrastinabile di un piano industriale per la bonifica e la messa in sicurezza del sito e la riconversione dell’atti- vità produttiva con la piena adozione del principio di precauzione

Dal 2013 è stato rilevato dall’Istituto Superiore di Sanità il grave inquinamento da PFAS in un vasto territorio compreso tra le province di Vicenza, Padova, Verona con effetti dannosi e pesanti sull’ambiente, sulla contaminazione delle acque superficiali, della falda acquifera, del- l’acqua potabile e di quella ad uso irriguo, sulla possibile contaminazione degli alimenti e di conseguenza sulla salute dei lavoratori e della popolazione, evidenziati e certificati in modo sempre più preoccupante dalle diverse indagini e monitoraggi poi attivate.

Gli organismi tecnici e politici della Regione istituzionalmente competenti hanno inizialmente minimizzato il problema. Solo successivamente, con gradualità e significativi ritardi, a seguito della forte spinta e sollecitazione del territorio, della popolazione residente, delle associazioni ambientaliste, delle organizzazioni sindacali, sono stati attivati interventi di analisi e monitoraggio dei livelli di inquinamento sulle diverse matrici ambientali e nel sito produttivo, di filtraggio degli impianti di potabilizzazione, di progettazione di nuove tratte acquedottistiche, di screening e biomonitoraggio sanitario sulla popolazione residente nei territori interessati, poi allargata anche ai lavoratori coinvolti su pressante richiesta delle Organizzazioni Sindacali.

Si assiste tuttora ad un continuo rimpallo tra Regione e Stato sulle rispettive competenze e responsabilità d’intervento, una situazione che va rapidamente superata recuperando la necessaria collaborazione e sinergia tra i diversi livelli istituzionali per garantire e coordinare tempestivamente tutti gli interventi.

Solo a ottobre 2017 la Regione ha deliberato in maniera restrittiva i limiti quantitativi am- missibili di PFAS nelle acque potabili, che a nostro avviso sarebbero potuti e dovuti essere adottati prima e che richiederebbero una definizione normativa anche a livello nazionale; e anche sulle risorse economiche necessarie agli interventi di risanamento e bonifica e a co- struire nuove tratte di approvvigionamento degli acquedotti c’è stato e c’è in atto un gioco delle parti che ne sta rallentando l’effettivo stanziamento e utilizzo per il completamento o l’avvio di tutte le opere necessarie.

Riteniamo inoltre che si debba dare continuità al monitoraggio sulla possibile contaminazione di tutte le matrici alimentari, approfondire ulteriormente il tema dei limiti soglia per l’acqua ad uso zootecnico e irrigatorio, estendere lo screening sanitario a tutta la popolazione, definire chiaramente le azioni successive per i casi accertati di superamento dei valori di precauzione e per i lavoratori coinvolti che hanno valori elevati già accertati da molto tempo. Come Organizzazioni Sindacali abbiamo richiesto e avviato con la Regione un Tavolo di confronto complessivo con l’ obiettivo di individuare e programmare tutti gli interventi necessari a coniugare tutela dell’ ambiente, della salute e del lavoro.

Per quello che riguarda l’azienda
Miteni Spa, da tempo stiamo sollecitando un piano industriale e una riconversione produttiva che possano dare garanzie e risposte certe per la tutela della salute della popolazione e dei lavoratori, per il risanamento ambientale del sito e del territorio, per le prospettive occupazionali; un piano industriale con interventi programmati e tempestivi, che escluda produzioni nocive e garantisca da rischi futuri, at- traverso l’innovazione e la sostenibilità dei processi, delle materie utilizzate e dei prodotti e la piena assunzione del principio di prevenzione e precauzione.

Un progetto con queste caratteristiche di innovazione e salvaguardia consentirebbe di perse- guire la bonifica ambientale a livello di sito produttivo e di falda acquifera, evitando i rischi derivanti da un possibile abbandono dello stesso senza alcuna assunzione di responsabilità.

Da tempo stiamo infatti richiedendo una piena assunzione di responsabilità dell’azienda Miteni e della multinazionale proprietaria nella definizione di un nuovo Piano industriale; Miteni non può limitarsi a scaricare tutte le responsabilità sulle gestioni passate senza assumersi gli oneri dei costi di intervento per il risanamento e la messa in sicurezza del territorio e del sito industriale, con investimenti e risorse economiche più adeguate e consistenti rispetto a quelle assolutamente insufficienti fino ad oggi preannunciate.

Nei precedenti incontri la Regione si era fatta garante di questo coinvolgimento, un impegno che risollecitiamo urgentemente e riteniamo oramai improcrastinabile.

CGIL CISL UIL RITENGONO CHE UN PROBLEMA DI TALE PORTATA E CON TALI IMPLICAZIONI RICHIEDA LA TEMPESTIVA RIPRESA DEL TAVOLO DI CONFRONTO UNITARIO per garantire una gestione integrata degli interventi e che tale confronto possa favorire un accordo di programma per la condivisione delle azioni da intraprendere, anche nell’interlocuzione con il Governo.

ALLEGATO
Inquinamento da PFAS