L’8 marzo 2020 è stato firmato il DPCM sulle nuove norme restrittive che riguardano gran parte del nord del Paese e le tre province venete di Venezia, Padova e Treviso.
Le Segreterie Generali di tutti i Sindacati hanno scritto due lettere che alleghiamo ad ABI e Federcasse: la prima lettera richiede interventi urgenti a tutela della salute di lavoratrici di lavoratori e clienti. La seconda chiede la sospensione di tutte le trattative in essere fino al 3 aprile e l’esecuzione delle misure contenute nel Decreto odierno in relazione alla mobilità dei lavoratori all’interno dei territori.
I Sindacati di settore hanno scritto anche ad ANIA e Agenzia delle Entrate chiedendo che venga al più presto comunicato, per iscritto come si comporteranno nei territori – in quelli delle zone nelle quali sono previste misure più restrittive dal citato DCPM, ma anche nel resto del Paese – sia per quanto riguarda l’utilizzo di forme alternative di lavoro come lo smart working sia per quanto riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro di tutte le lavoratrici e lavoratori che quotidianamente sono a contatto con il pubblico.
Per quanto riguarda la mobilità ci risulta che le aziende stanno contattando i colleghi che lavorano a Vicenza e abitano a Venezia Padova e Treviso, dando istruzioni in merito all’interpretazione che riguarda le “comprovate esigenze lavorative”, alcune aziende hanno predisposto una dichiarazione per i lavoratori da esibire in caso di controllo da parte delle forze di polizia , altre aziende hanno chiesto ai lavoratori di rimanere a casa in lavoro agile.
Il Prefetto ci informa che le forze di polizia saranno dotate di moduli di autocertificazione attraverso cui, i cittadini che fossero oggetto di controllo, potranno dichiarare le ragioni di deroga alle limitazioni di spostamento. La veridicità dell’auto-dichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli.
La sanzione per chi viola gli spostamenti è quella prevista art.650 Codice penale, arresto fino a tre mesi o ammenda fino a 206 euro, salvo che non si possa configurare un’ ipotesi più grave art. 452 Codice penale (delitti colposi contro salute pubblica).
Ribadiamo che è necessario il rispetto rigoroso delle disposizioni per tutelare noi stessi e le persone più fragili.
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Cinzia Lanaro – S.G. Fisac Cgil Vicenza
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